martedì 1 febbraio 2011

Tango Australiano


Ricevo da Ettore con preghiera di pubblicazione, direttamente dall'Australia, dove sta allenando il figlio Zeno sulle acque del canale olimpico.
Altre sue considerazioni tra slalom e tango sul suo blog.

"Occhio all'onda! Ettore

Entro di soppiatto, quatto quatto, speranzoso di non disturbar e profanar il sacro parlar di tango; mi concedano lor signori la grazia di una salida basica per ragguagliar l’arte del tango in quel bel mondo in cui nel final dell‘700 pensavan caminar con la testa in giù.

Par strano che i maestri faccian partir ablando en engles: five, six, seven, eight ...one... e che l’ocho adelante o par atras lo esplican como un mistero che al confronto Fatima parece agua santa.
A volte mi giro atras pensando di essere nel video di Osvaldo e Mora che sono stati i maestri sul web, per me e il mio angelo biondo, prima di affidarci al buon e bravo Fenzi.
Fenzi! anche la dottoressa Graziella lo chiama così, me parece strano, ma questi sono i misteri dell’amor!
The workout, così si chiamano le lezioni di tango, sono nei posti in cui meno te l’aspetteresti.
L’ultima volta sono stato in una chiesa metodista (termine che sa tanto di centrocampista dell’era del Rivera di nome Gianni che dopo il calcio è finito sui banchi non di scuola, ma del parlamento).
Oppure si va al Pavillon che sta a ridosso della rinomata Bondy Beach.
Voi entrate driblando tavole da surf e marcantoni in pantaloncini hawaiani e così biondi che certo tutto potete immaginare fuorché che in quei luoghi ci si possa muovere a ritmo di bandoneón o musica argentina.

Ma si balla ovunque: nei rinomati club di golf o tennis, poi ci sono i club degli italiani in Australia così come per austriaci o tedeschi.
Ci sono ampi saloni con tanto di parquet in ogni circolo per non parlare delle scuole che dispongono di spazi enormi.
Qui in effetti l’unica cosa che non manca sono proprio quelli!

Assai pittoresche le fanciulle che sembrano uscire da “happy days” o da “grease”.
I vestini sono un tutt’uno con gonnelle che alla minima bava si aprono e diventano palloncini all’aria.
Immaginate in un tango-vals in cui fate girar la pulzella mille volte e mille volte ancora.
Subito rimani sconcertato perché ti sembra di non aver spazio per entrare in quel vortice che rotea e rotea ancora, non capendo più se la donna si trova per l’appunto in mezzo a quel gorgo che pare non aver fondo.
Tentando poi qualche gancio rischi di restare incespicato nella mossa successiva.
Ci si mettono pure le pale delle ventole che trovi ovunque e che hanno lo scopo principale di far vento e di far prender vento in poppa.

Nel bel mezzo della lezione ci si ferma per gustar acqua fresca o caffè che se non fosse per il colore confonderesti l’un con l’altra, sia per la quantità offerta sia per il gusto.

Nelle milonghe mi fa specie veder finir la tanda e sentirti accanto gente che parla con quell’accento e con quell’idioma che stona con l’arte della musica appena ascoltata e ballata.
Certo è che nonostante tutta la buona volontà i maestri faticano non poco a crear l’ambiente per milongar dall’altra parte del Continente!

Mi manca il bravo Silvio dj e ballerino con le molle, mi manca tanto sentir l’accento mantovano e la pizza al Mascara servita con il sorriso dalla signora bionda che di calma ne ha da vendere.
Mi mancan gli sguardi del mio maestro che mi aggiusta passo e cadenza, mi manca l’invito della Graziella per un tango con una pulzella nuova.
Mi manca la lezione del martedì, mi mancano le ghiottonerie della Franca e le cenette in compagnia ablando di tango e progettando serate successive!

Occhio all’onda! Ettore"

1 commento:

Yanez ha detto...

Che bel racconto Ettore, vien subito voglia di prendere l'aereo e scappare dall'altra parte del mondo per gustare di persona "unaltrotango" con tutti i suoi pro e contro.
In realtà vien voglia di volare in tutti i luoghi del mondo, per vedere lì com'è, come funziona, come si balla ma anche come si vive, per conoscere persone e abitudini diverse.
Però è vero, alla fine, ti mancano le "tue" persone, i "tuoi" luoghi, la tue milonghe con i tuoi amici, che in fondo in fondo sono anche, un pochino, la tua famiglia.