mercoledì 3 marzo 2010

Donna invitante pericolo costante?


Avrei voluto scrivere qualcosa di mio, ma il tempo è quello che è, quindi mi limito ad incollare stralci di testi trovati in rete (non me ne vogliano gli autori), giusto per avere uno spunto iniziale dal quale partire. Infatti il tema della donna che invita, sollevato da anonimo nel post precedente, pare essere molto sentito. Ma prima di arrivare al dilemma invito donna-uomo partirei dalle origini, ossia dal codice milonguero:

Nella maggior parte delle milongas di Buenos Aires esiste un codice comportamentale da rispettare (mirada e cabeceo), un vero e proprio galateo del tango.
Mirada: la mirada è lo scambio di sguardi tra uomo e donna, con i quali ognuno cerca di far capire all’altro che gli farebbe piacere ballare assieme. Una volta che l’uomo è certo che la mirada sia rivolta a lui, mette in atto il cabeceo.
Cabeceo: piccolo movimento con la testa con il quale l’uomo invita la donna a ballare. Si tratta di un’usanza ancora presente nelle milonghe tradizionali, che permette all’uomo di invitare una dama a distanza, senza quasi farsi notare, dopo essersi assicurato che la donna stesse guardando proprio lui (mirada).
Nel dettaglio si potrebbe sintetizzare: ci si guarda ma è l’uomo il primo a fare il cabeceo e cioè un cenno con il capo verso il basso che simula metaforicamente un inchino (questo è il modo più educato di eseguirlo…)
Per gli uomini: è importante farlo, il semplice guardare non è un invito!
Se la donna accetta, conferma con lo stesso cenno del capo.

33 commenti:

ShankaTalpa-Artica ha detto...

La mirada è veramente un grave problema per ShankaTalpa-Artica poichè, come è prevedibile, è una bestia che ci vede pochissimo. L'invito, di norma, per ST-A avviene in modo del tutto casuale: brancolando nel buio e cercando di stare sul bordo milonga (quasi fosse un precipizio) l'animale incoccia nelle ginocchia o pesta i piedi dei tangueri seduti cercando subito dopo di intuire dal tono di voce e dalla scarica di insulti che ne consegue se trattasi di ballerina invitabile o ballerino inferocito; indi seguono scuse oppure invito riparatore: se tutto va bene inizia un tango.....

Anonimo ha detto...

Janez, questo non è il vero post ...è solo una intro istintiva...
Va bene tutto , ma con quel turbantone chi la inviterà mai la poveretta della foto?!
Monna scaricada y desolada...
Appunto quanto conta il fattore estetico?
Edita Carambo-funambolica

Anonimo ha detto...

Forza donne, risvegliate sensazioni e impressioni, questo è un buon inzio per raccontare il proprio "tango dentro"..

ShankaTalpa-Artica ha detto...

A questo punto, dopo la doverosa premessa di Yanez e come egli stesso propone, chiedo che la discussione si orientata verso solo uno dei due temi prinicipali che sono:
a) donna invitante
b) il codice milonguero
A me il tema a) interesserebbe maggiormente..... perciò chi inizia?

Anonimo ha detto...

A me non piace la rigidità mentale implicita nel diktat : "è l'uomo che deve invitare e la donna , "seduta-muta", deve attendere". La milonga come sostiene anche il nostro amato Maestro Federico rispecchia ormai la parità dei sessi. E' un dialogo tra due esseri diversi, ma ugualmente pensanti e agenti. E'un po' lo stesso discorso della guida, dello shematismo per cui il vero tango si ha quando "l'uomo guida e la donna "abbandonata" segue".

Discorso serio di Edita-funambo-carambolica.

Anonimo ti ho risposto, comincio a dirti un po' il mio Tango dentro...
Non affondare gli artigli ora però!

simonita ha detto...

Non vivo il codice tanguero dell'invito dell'uomo come un limite. Mi piace moltissimo la galanteria dell'invito, l'attesa (talvolta delusa) la speranza (quando premiata) e la preparazione ad una bella tanda (fimmine NON saltatemi addosso!) E poi siamo proprio sicuri che sia l'uomo ad invitare anche se è 'suo' l'atto formale? L'unica cosa che mi dispiace è la mancanza di apertura nei confronti degli sconosciuti/e (forse per timidezza o per insicurezza o viceversa troppa sicurezza) abbiamo la tendenza a ballare solo con quelli della nostra cerchia, quindi le trasferte in nuove milonghe nella maggior parte dei casi si trasformano in cocenti delusioni. Per quanto riguarda 'l'UOMO guida e la donna si abbandona' non sono proprio d'accordo! Se la donna si abbandona stramazza al suolo... E' tutto un gioco di tensioni comprese e accettate, comprese e NON accettate o niente affatto comprese!!! Non condivido l'idea del tanguero maschio demiurgo grazie al quale la tanda ha il suo acme e il suo compimento!

ShankaTalpa-Artica ha detto...

Ragazze mie, SIETE FANTASTICHE.

Anonimo ha detto...

Grazie degli interventi, ma ho fatto irruzione nel blog, con l'invito alle donne a raccontare il proprio tango, dimenticando di presentarmi. Apprezzo molto il discorso di Simona (mi chiamo così anch'io)dell'invito riservato solo a chi si conosce. A mio parere ci si priva della magia di un nuovo dialogo tra due persone sconosciute, che può rivelare emozioni inaspettate, oppure no, ma è sempre da provare..Esprimerò le mie idee sull'invito femminile appena troverò qualche min..
Buon tango a tutti. S.

Anonimo ha detto...

...Simonita ti prego...la "speranza" premiata no! Ti prego, non la fimmina , ma la fimminista che è in mia si ribella ...dopo sono d'accordo con te sulla galanteria etc...e anche sul fatto che c'è una ritualità nell'abbigliamento, nel prepararsi ai nuovi incontri della serata, nel silenzio dell'abbraccio danzante, che rende il tango quasi sacro, ma la speranza premiata no!, è un immagine sminuente della donna ( sono sicura che non è a una donna sminuita che pensi, ma les hombres potrebbero fraintendere).
E poi a volte le donne rifiutano l'invito... Non volevo dire abbandonata-svenuta , ma guidata.
Alle volte qualcuno mi ha detto,"questo voleo non te l'ho guidato io!", e qualche volta qualcuno mi ha detto "interessante questo voleo !".
Dove uno vedeva un errore l'altro lo sfruttava come punto di forza di un nuovo passo...
Allora?

Bienvenida Simona Dos?

Yanez ha detto...

Edita, hai fatto bene a precisare, noi uomini siamo così infantili a volte, frivoli e superficiali.
Del tutto privi di qualsiasi spessore intellettuale, ci ergiamo, solitamente, a Principi Azzuri pensando, stoltamente, di premiare le donzelle “assittate” col nostro divino invito. Che sciocchi siamo!
Eppoi, ma scusa, vorresti davvero farci credere che tu non “speri” in un invito?

Anonimo ha detto...

Riallacciandomi a quanto sopra detto da ST-A ,non si devono dimenticare anche le dame 'ciecate,prive di occhiali in quanto grande impedimento nel tango milonguero,cioè coloro che sorridono anche alle colonne pensando ad un invito galante..
Per contro i maschietti che vedono in questo sorriso stampato uno pseudo-annuire al loro cabaceo,forti del loro ego smisurato ,si convicono maggiormente di appartenere al genere de "l'uomo che non deve chiedere mai",rischiando di prendere una triste cantonata...
Attenzione ragazzi.
besitos.PatTango

ShankaTalpa-Artica ha detto...

Care amiche ed amici
Qualcuno ora vuole iniziare a parlare della "donna invitante"? A me, sebbene non tradizionale e poco argentino, piace molto questo aspetto delle nostre milonghe. Arrivo a dire che una o due tande rosa sarebbero auspicabili ad ogni serata. Certo si perderebbe un pò della "magia" di cui racconta Simonita (uno) però si creerebbe una nuova "magia" e questa volta per i ballerini di cui forse, consapevolmente o meno, hanno anch'essi bisogno. Quante volte si è rinunciato ad un invito per timidezza o perchè non ci si riteneva all'altezza? A me, drammaticamente, è successo molte volte, percio perchè non seguire "anche" questa via? Che fine fa dunque l'uomo che non deve chiedere mai? Beh, ne è mai esistito uno?

Yanez ha detto...

Cara Talpa, secondo me la “Tanda Rosa” che auspichi ad ogni serata, seppur piacevole e a me gradita, ha un po’ il sapore delle “quote rosa” in politica, un soluzione molto meritevole dal punto di vista delle intenzioni (garantire maggiori opportunità al sesso femminile spesso discriminato), quanto discutibile a livello logico (le opportunità andrebbero NATURALMENTE date, intendo senza apposite leggi, in base ai meriti, indipendentemente da maschile-femminile). A scanso di fraintendimenti voglio sottolineare “ha il sapore”, non intendendo dire che sono la stessa cosa.
Quindi nel rispondere al quesito “donna invitante” bisognerebbe immaginare un futuro nel quale ad ogni milonga e non una-tantum tutti invitano tutti. Si aprirebbero nuovi scenari …
Uno dei quali…: dove dici: “quante volte si è rinunciato…”, ti capisco benissimo, ma con l’invito femminile risolveresti il problema? Con la “via (anche) nuova” potrebbe presentarsi benissimo la situazione opposta: tutte le donne invitano, ma nessuna sceglie me (te). Come ti sentiresti?
Per la mia opinione in merito al tema, devo ammettere di avere ancora le idee confuse, sto riflettendo, ma sono propenso a credere che l’invito debba essere legato al ruolo piuttosto che al genere.

Fen Xi ha detto...

Maschilismo, Femminismo, Sessismo, Machismo, Ruolismo?

Mi hai invitato?
Perchè mi hai invitato?
Balli con me per tuo piacere o per far piacere a me?
Ma si... dai, piuttosto che star seduta....
Finalmente mi hai invitata.., balli sempre con le altre!
Vediamo se balli bene come dicono...
Son due mesi che non mi inviti, perchè non mi inviti?
Il prossimo però lo fai con me!
Stai guardando me?
Scusami ma sto aspettando l'invito di......
Scusami ma ho appena rifiutato un invito....
Scusami ma non ce la faccio!..
Scusami per prima ,ma ora ce la faccio, mi fai ballare se vuoi?...

Ma tu balli largo...
Ma tu balli stretto...

Mi sono appena rimessa le scarpe...

MA NON BASTAVA UNO SGUARDO?
Non è forse meglio uno sguardo per evitare parole di troppo?

Per quanto riguarda la forma degli inviti al maschile ha già detto Simonita un anno fa.

Ma se invece di un invito ad un ballo si parlasse di un invito a cena, se ne parlerebbe tanto?
Capisco S.T.A. che si aspetta che qualcuno cominci a parlare di queste benedette donne che invitano, ma mi sembra a volte di parlare delle prime donne con i pantaloni.
E' la rottura di un tabù che frena il parlarne?
Probabilmente la risposta l'ha data Yanez "sono confuso".
E' chiaro che se esiste una regola, un codice, si può disapprovare, ma ci si adegua.
Oppure si rompe il codice, si cambia regola, ma comunque si deve sapere a che gioco si stà giocando, per poter decidere se giocare o meno.
Mascolinità, femminilità, sono stereotipi o una ricerca di identità?
Maschilismo, femminismo, sono una affermazione di identità o una rivendicazione di diritti negati?
Parliamo di ruoli per rompere e cambiare delle regole rigide o per affermare una diversità dalla "normalità"?
Il Tango insegna...mettici una pausa!
E poi che faccio?
Ma cammina, che vuoi fare? cammina almeno con il tuo partner, scambia una sensazione.
E' importante se l'hai fatto e non l'ho guidato?
Mi blocchi la creatività o me la alimenti?
Per me dipende dal perchè l'hai fatto!
Tutto è relativo se pensiamo alla motivazione.
Buon Tango a tutti

ShankaTalpa-Artica ha detto...

YANEZ, FEN-XI
Vi ringrazio per le Vostre parole. Ancora una volta siete riusciti a farmi riflettere al di là del mio egoismo la cui demolizione mi risulta sempre difficile. Questo c'entra relativamente col tema, ma ci tenevo a dirvelo.
ST-A

estebanita ha detto...

Avevo già scritto ieri...boh, riscrivo

Benchè io non sia notoriamente cieca simpatizzante dei radicali, sarei per la liberalizzazione totale della cosa. La milonga non è un sistema tanto complesso da necessitare regole rigide per funzionare bene e in maniera ordinata. Inoltre la norma culturale che ha ispirato cabecei mirade e invito maschile è da tempo superata.
Va inoltre detto che quando c'è una tanda rosa la gente che sprofonda nei divani diminuisce incredibilmente, segno che le donne approfittano volentieri dell'opportunità che viene data.
Perchè non lasciar il tutto all'intraprendenza personale indipendentemente dal sesso?
Stasera ho voglia di farmi desiderare e invitare? Ore e ore in bagno, mi concio come una gheparda e attendo felina con un rossetto stroboscopico. Stasera ho il pepe ai piedi? Invito tutti, barista e attaccapanni inclusi, fino a svenire causa ipoglicemia da sudore eccessivo. Stasera sono shankata dalla shiatica ma non rinuncio a vedere gli amici? faccio da tappezzeria in un angolo godendomi le performances degli altri.
Sarebbe tutto molto più divertente rilassato e democratico!

Fen Xi ha detto...

Condivido con estebanita, "la milonga non ha bisogno di regole rigide per funzionare bene e in maniera ordinata".
Aggiungo che è invece la democrazia ad aver bisogno di regole rigide e condivise.
Non so se effettivamente è superata la norma culturale che ha ispirato mirada e cabeceo.
La foto utilizzata da Yanez è perfetta, il titolo poteva esser anche rovesciato, o giocato sui doppi sensi, "donna invitante, donna con-turbante?". Guardando il video da cui è tratta, Benigni si rifà a Totò, ma può rendere l'idea dei pensieri di chi affolla un luogo deputato ad un rito, sia esso una basilica od una milonga.
Trasgressione?
Nel gioco delle relazioni interpersonali i rituali sono cambiati, ma non cancellati.
Non ricordo di aver rifiutato un invito, forse era fatto con garbo, o forse è stato più importante il piacere di essere stato preso in considerazione.
Passare la serata su un divano, se non è una scelta, che serata è?

Anonimo ha detto...

Vivere l'invito, riceverlo, proporlo, mirada, cabeceo, ruolo maschile, femminile...Coinvolge tutti noi, dai più sicuri di se ai più timidi, bravi o meno bravi, viviamo tutti quell'istante di timore nel proporre un invito, e lo stesso istante di esitazione nel riceverlo... E se fosse non creare stereotipi e leggi non scritte, ma non perdere il senso di tutto ciò, mantenendo come unico scopo comune, vivere il proprio tango come emozione da provare e condividere in un abbraccio...potrebbe essere così?...
S. dos

Fen Xi ha detto...

Direi che è così, il rispetto dell'altro, il piacere di condividere un benessere, non hanno bisogno di leggi scritte o codici da rispettare.
E' un modo di essere, la ricerca di essere con l'altro.
S.dos ha colto secondo me l'essenza.
Tanti, troppi, stereotipi ci accompagnano nella nostra vita

Yanez ha detto...

Si vabbè, democrazia, liberté, egalité, fraternité!
I vostri pensieri sono Verità indiscutibili (cosa si potrebbe controbattere?), ma il gioco era: "facciamo finta che"
Non vorrete lasciare morire la discussione così...

Anonimo ha detto...

..vorresti suggerire un nuovo punto di partenza..?? Il gioco ora è giocoso, ora semiserio.
S.dos

Yanez ha detto...

Esatto! Se partissimo da un'inversione totale dei ruoli? Ad esempio che scenario si aprirebbe se fossero "solo" ed "esclusivamente" le mujer ad invitare?

Fen Xi ha detto...

Ho provato a rovesciare i ruoli trascrivendo i commenti che vengono fatti nei vari blog a proposito dell'invito fatto esclusivamente dall'uomo.

Ho visto le motivazioni e le considerazioni che vengono fatte sul camuffare un rifiuto, sulle figuracce ecc.

Alla fine, o meglio, a questo punto, della riflessione, (7 giorni), posso dire che:
1) per rovesciare i ruoli dell'invito dovremmo rovesciare anche i ruoli nel ballo.
Se è vero che cerco una donna per ballare o aspetto un genere per ballare con quella donna, come può essere il contrario se poi la donna deve comunque "seguire?
2)......la prossima settimana

Yanez ha detto...

Allora Fen ti avvicini alle sensazioni che avevo anticipato nei commenti precedenti: sono ormai convinto che l'invito sia prerogativa di chi "conduce" e quindi indipendente dal genere, ma legato al ruolo che assumiamo nel tango. Chi conduce è l'ago della bilancia della coppia, il termometro della situazione, ma queste parole, forse, potrebbero già essere lo spunto per una nuova conversazione ...

Fen Xi ha detto...

Invito = ruolo
In parte vero, ma ci sono donne che invitano per ballare, "seguendo".
Si entriamo in un'altra riflessione.
Dobbiamo considerare le regole del gioco del Tango, prima di lanciarci in altri scenari.
Chi conduce, conduce sempre durante il ballo?
Deve condurre sempre?
Chi segue, deve sempre seguire?
Innanzitutto cambiamo il termine CONDURRE con PROPORRE e vedremo che già il tono del discorso si fa diverso.
Se poi cambiamo anche il termine SEGUIRE con INTERPRETARE, la faccenda comincia ad assumere un altro aspetto ancora.

Come diventa quindi l'invito?

Anonimo ha detto...

preferisco scrivere "proporre un ballo", anche se parlando si usa un linguaggio più "comunicativo" per cui le sfumature si perdono.. da parte mia non riesco a chiedere un ballo ad un cavaliere, perchè in quel momento ho bisogno di sapere che c'è una intenzione nei miei confronti, da parte di chi ha la responsabilità di "imbastire" il dialogo. Io posso provare a rispondere.
S.dos

Anonimo ha detto...

Millenni di schiavitù femminile fisica e psicologica.

Possiamo anche pensare che il discorso riguardi le Regole del Gioco, PER ME non è così.
Non desidero urtare nessuno con quanto scrivo ( sapete che vi sono affezionata, anzi un po' vi amo) ma qualcosa non mi convince nel discorso di S.Dos ( sei un uomo o una donna, bricconcella/o?)...Cosa? questa eccessiva umiltà nel tentare di rispondere a chi propone; questo non essere sicura dell'intenzione di lui ( del cavaliere- ballerino naturalmente, non l'emerito n., a scanso d'equivoci)
All'inizio ( sullo shankapulmino di rientro da una noche tanghera veronese) parlavamo dell'INTENZIONE DELLE DONNE di invitare un uomo per BALLARE SEGUENDO.

Edita vuestra ardita bailadora seguidora incantadora ora-ora

ShankaTalpa-Artica ha detto...

Il discorso si sta facendo appassionante, sebbene faccia fatica a cogliere tutti gli aspetti e le sfumature che descrivete. Gli interventi sono talvolta "filosofici", talvolta "storico-sociologici" talvolta molto personali, esprimendo preferenze ed attitudini intime o caratteriali. Non è il caso di iniziare a distinguere i filoni di pensiero? Altrimenti, perdonate, ma mi distraggo troppo.
GNAOT
ST-A

Fen Xi ha detto...

INTENZIONE DELLE DONNE di BALLARE SEGUENDO.
Non conosco le conclusioni a cui siete arrivati sullo shankapulmino, ma mi sembra che sia in linea con la tradizione del ballo del Tango.
La tradizione è rotta solo nella parte "attiva" dell'invito, cioè di chi fa il primo passo per ballare, o dialogare.
Sono pienamente d'accordo con Edita, quando due persone dialogano non c'è una che tenta o prova a rispondere, altrimenti non c'è dialogo, è una interrogazione.
Scusate la franchezza, ma mi sembra di conoscere poche donne che si pongono già in partenza in questa situazione nella relazione con un uomo.
E' vero che ci sono ragazze arrampicate ad un sellino di motocicletta che si lasciano scorazzare per le strade godendo della potenza e della bravura del proprio cavaliere/biker, ma il dialogo non penso si risolva nel tentare di accompagnare la "piega".

Probabilmente la visione di un ballerino padre/padrone rassicura, ma non credo sia l'INTENZIONE DELLE DONNE.
Per me il ballo del Tango, visto come uomo nel ruolo di cavaliere, risulta sterile e ripetitivo se non trova risposta adeguata, e non trova molte volte "dibattito", cioè aspettarsi anche la risposta che non ci si aspettava, o anche la controproposta che ravviva il discorso.
Fare un monologo nel ballo del Tango presuppone già mettersi sul palcoscenico o pontificare.
Capita, lo ammetto, ma non è quello che si va a cercare.

Anonimo ha detto...

Non desidero urtare nessuno/a con quanto sto per dire, ma semplicemente descrivendo il mio modo di vivere l'invito, quindi non c'è alcuna INTENZIONE di doverlo estendere ad alcuno/a.. e comunque ristretto al momento dell'invito.. nel tango è evidente che la ballerina risponde NON con umiltà, ma con OPPOSIZIONE creando una contro-proposta e quindi un dialogo circolare.
S.dos (uomo/donna/entrambe, che importa.hihi)

Fen Xi ha detto...

Forse il termine OPPOSIZIONE non è adeguato, in quanto indica :contrarietà, negazione, non accettazione.
In fondo rivela un modo "provocatorio" di vivere l'invito ed accettarlo, se questo è, nel tango.
Si contropoposta, per me, nel senso di stimolo a vedere anche altre cose, prendersi la libertà di poter dire e fare. Ma non CONTRO-proposta in senso di risposta OPPOSTA.
SI anche alla NON umiltà, però parlare dicendo che non si deve rispondere con umiltà all'invito, presuppone che si vive l'invito come una forzatura.
Che dire da parte di un uomo: poveri uomini, risultano o sono solo arroganti, presuntuosi, prepotenti, vanitosi.
Ma se siamo tutti così, perchè le milonghe sono popolate da tante donne?

ShankaTalpa-Artica ha detto...

Nell'intervento n. 29 del 26 marzo si apre un nuovo fronte: l'invito nel motociclismo. E' il ballerino che invita all'appoggio sul sellino, o è la ballerina che si propone per il sellino? In un caso o nell'altro si tratta di un tango MOLTO pericoloso perciò, solo in questo caso, suggerisco il gran rifiuto.

Anonimo ha detto...

La risposta della ballerina "opponendosi" alla marca del ballerino, vista come una negazione..o non accettazione?? (devo essermi spiegato veramente male..) poi per "non umiltà", intendevo proprio il non accompagnare la piega, ma al contrario, accettazione e rilancio di proposta...non c'era prorpio tra le righe alcun senso di forzatura...(ma quanto male mi esprimo?...)
S.dos