mercoledì 18 novembre 2009

"TANGOSTAGE: 2 GIORNI E ½ A TORINO" di shankatalpartica




Quando 3 settimane or sono mi proposero di partecipare ad uno stage di tango a Torino accettai subito sena riserve perché se avessi iniziato a rifletterci o fare valutazioni sui miei impegni avrei trovato certamente “validi” motivi per declinare l’invito, con cortesia ed adducendo pertinenti e motivate scuse.
E invece no! Decisi di partire lasciandomi alle spalle schemi ed abitudini consolidati alfine di fare un viaggio che, come sempre accade, prometteva di avere un significato più forte a livello emotivo, affettivo e mentale piuttosto che semplicemente geografico sebbene anche quest’ultimo fosse comunque molto importante ed abbia alla fine risposto completamente alle mie aspettative.
Fatta questa doverosa premessa, potrei ora riferire di molti aspetti che hanno caratterizzato il viaggio, quali le persone che ho incontrato laggiù e le storie interessantissime che mi hanno raccontato, la meraviglia dell’architettura sabauda che fa da cornice a fantastiche, enormi piazze oppure ancora il fascino di una città indolente, circondata da verdi colline adornate di splendidi palazzi ed adagiata in una pianura solcata da molti fiumi che, volenti o nolenti, scorrono verso oriente; potrei ancora parlare di tango, ma questa volta, essendo stato al termine più un mezzo che un fine mi arrogo il diritto di lasciarlo un po’ in disparte.
Spenderò pertanto le mie spero migliori parole, invece, sulla compagnia che ho avuto intorno durante il viaggio, da me definita “l’orda celtica”, ma non per descrivere puntualmente ogni partecipante col suo carattere, il suo aspetto ed i suoi desideri come s’io fossi un abile romanziere, né altrettanto per fare un reportage delle cose fatte insieme, peraltro di straordinario divertimento ed intensità.
Voglio invece citare “l’affascinante miracolo” cui ho partecipato, costituito da un lungo incontro/confronto sui più disparati temi, spazianti dall’attualità al personale, dal sociale al culturale, dal filosofico al concreto quotidiano. L’affascinante miracolo è proprio il dialogo sviluppato da donne ed uomini di libero pensiero, ma grande umiltà e considerazione altrui, sfociante nella strenua difesa di posizioni personali come nella rivisitazione o ripensamento su temi ed argomenti qualora l’evolversi di un ragionamento o il contributo di più esperienze mostrasse altre via da percorre, prima inesplorate o non considerate.
Potrei metaforicamente descrivere l’affascinante miracolo come l’esplosione di un vulcano che talora illumina il cielo per 1000 miglia, talora lo oscura creando una notte improvvisa, talora cola lava a valle con estrema, ma inesorabile lentezza.
Per vari motivi, per seguire le mie piste, non ero più abituato a questa esperienza; essa era persa nel mio passato e nemmeno la memoria m’era d’aiuto.
Per me dunque, che sono sempre restio al contatto con gli umani, come atto di immensa, personale gratitudine, schiocco un bacio e mi lancio in un abbraccio ad ogni componente dell’orda celtica cui ancora dico: “grazie, grazie, grazie”.
Un pensiero finale al tango che questa volta, a Torino come fu a Catania (quella volta l’orda celtica non c’era), non ha messo in movimento solo un corpo danzante, ma soprattutto mente e cuore.

ST-A

3 commenti:

estebanita ha detto...

grazie anche a te stellina, noi restituiamo il bacio

Anonimo ha detto...

Che emozione rivedere questo GRUPPO.
Grazie mille davvero raggiante orda celtica carissima ( in ordine alfabetico a scanso d'equivoci):Estebanita, Edita,Gabrielito, Jeanito, José Planeo, Laluzpulsar, Shantalpartica, Simonita!
Questo viaggio,la cui descrizione, shankatissima, della nostra amata talpartica sottoscrivo totalmente,mi ha arricchita e riconciliata...
Grazie, grazie, grazie e
alla prossima inesorabile avventura di non solo tango,ma cuerpo, mente, suegno, rabbias, dolor,felicitad...

estebanita ha detto...

Y apetito!